Castelbasso comune nella provincia di Teramo
Castellalto - Balcone d'Abruzzo
Castelbasso - Palazzo de Santis popolarità che si organizza ogni estate. All’altezza del bivio prima di immetterci nel centro di Castelbasso la nostra curiosità si sofferma su una casa di terra, esempio intatto di un’antica tecnica di costruzione. Lasciamo la macchina e proseguiamo a piedi lungo via San Martino. Le stradine sono strette, la pietra delle case e delle mura è quella caratteristica dei mattoni e delle pozzolane di fiume: poche persone in giro, il silenzio è interrotto solo da improvvise incursioni di gatti che balzano rapidi come felpati signori dei vicoli. Arriviamo davanti a palazzo Clemente dove è stata allestita una mostra intitolata “Attraverso l’arte del 900 italiano. Pop art, Arte povera e tendenze del Contemporaneo”. La giovane addetta ci guida nelle sale dell’esposizione, «una selezione di capolavori rappresentativi dell’arte italiana dagli anni 60 alle tendenze più attuali». Le opere appartengono a una collezione privata “il cui illuminato artefice in oltre trent’anni di ricerca ha messo insieme opere d’arte fondamentali”, realizzando una specie di “museo ideale delle arti visive del XX secolo”. Tra esse suscita la nostra curiosità la famosa “Merda d’artista” di Piero Manzoni, una delle dissacrazioni divenute proverbiali nell’avanguardia italiana, ma ci sono anche lavori di Bruno Munari e Enzo Cucchi, il maestro della Transavanguardia, fortunata corrente battezzata dal critico Achille Bonito Oliva. L’ambiente è accogliente, in una delle sale la luce che penetra dalla vetrata disegna arabeschi e giochi di colori che si riflettono sulle teche. Usciamo dal palazzo e riprendiamo il cammino nei vicoli medievali, sorpresi di aver scoperto una mostra di autori contemporanei e d’avanguardia nel cuore di un borgo antico, ma è incertezza di un attimo, riflesso condizionato di pigrizie mentali, perché proprio sugli opposti e sui contrasti Castelbasso – e molti
dei nostri paesi appenninici – hanno costruito la loro identità, rinnovandosi nel tempo senza perdere l’anima. Arriviamo alla chiesa di San Pietro e Andrea, sostiamo davanti al portale dove spiccano due piccoli piccoli leoni di pietra. Dalla stradina chiamata via del Forno, compaiono tre bikers che risalgono leggeri, pedalando in scioltezza il loro rapporto di passisti abituati alla fatica della strada. Sono turisti, stanno girando l’Abruzzo in bicicletta, hanno l’accento tedesco, guardano le pietre dei vicoli, scrutano il portale della chiesa, si fermano un attimo, procedono oltre. Nella piazzetta Ailini un pino troneggia, intorno le case chiudono in cornice il raccolto ambiente di vita quotidiana, da uno scorcio si intravede il piccolo campanile. Scendiamo i gradoni della stradina per giungere in via San Pietro e Andrea, dove una iscrizione su una facciata di una casa dichiara l’anno di gloria 1549. A sinistra proseguiamo verso il palazzo De Santis che accoglie durante il Festival incontri convegni e spettacoli. I due grandi riflettori puntati sulla facciata sono spenti, ma lasciano intendere l’effetto spettacolare e inondante che devono avere sull’edificio, nelle ore notturne e nelle circostanze mondane. Una installazione residuale, due statue neoclassiche in simmetrica distanza tra loro, spiccano accanto alle mura tardo medievali, accanto a una finestra turrita che spalanca improvvise vedute. Il paesaggio torna ad aprirsi, la prospettiva si riallarga, la fuga dello sguardo che cerca di nuovo l’orizzonte ci consente di ritrovare le coordinate generali, la veduta d’insieme. Dopo aver indugiato nei dettagli del borgo antico di Castelbasso, adesso la linea delle nuvole basse nel mattino ormai inoltrato, le montagne lontane e le colline che degradano verso il mare ci ricordano che è tempo di riprendere il viaggio.
Castelbasso - Casa di terra
Convento - Una piccola sosta lungo la strada in un’oasi di affinità spirituale e di pace, tra gli ulivi e i segni della storia. A pochi chilometri da Castelbasso, c’è la frazione di Mosciano che prende il nome dal convento degli Zoccolanti con annessa la chiesa degli Angeli. All’ingresso, prima di visitare il chiostro con gli affreschi, leggete le targhe in bella mostra che ricordano il passaggio dei papi, da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI, il quale ha insignito nel 2009 la chiesa “del vincolo di spiritualità con la Basilica di San Pietro di Roma”. Nello stesso anno il convento ha ricevuto anche l’indulgenza plenaria, in questo modo una volta all’anno “il pellegrino può emendare i suoi peccati” in questi luoghi di raccoglimento. Un’altra targa, datata 1994 e posta sulla facciata laterale della chiesa, ricorda invece le vittime dei bombardamenti dell’ultima guerra e di come tra queste mura “la popolazione abbia ricevuto accoglienza e protezione”. Spiritualità, memoria civile e senso di pace rappresentano le ragioni per fare una pausa di ristoro a Convento.
Castelbasso - Chiesa di San Pietro
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Castellalto - Stradine
Castellalto
Belvedere Pertini
Superstrada per Teramo
Castellalto - Chiesa
Gli uliveti secolari
Valle del Vomano |
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