La chiesa della Madonna della misericordia
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L'interno della chiesa Origini della Chiesa Dopo tanti periodi di peste, quest’ultima riapparve nell’anno 1656 nella città di Chieti. Per contenere il numero delle vittime in città furono creati due lazzaretti. Furono chiuse le Chiese, i Conventi e la maggior parte della popolazione si diradò nelle campagne. I morti dapprima scarsi di numero, aumentarono a mano a mano sino a raggiungere la media di mille al mese. Oltre ai rimedi terapeutici il popolo ricorse a riti e manifestazioni religiose con processioni e preghiere propiziatorie. Le stesse autorità cittadine sentirono la necessità di ricorrere a Dio Onnipotente, infatti nell’adunanza del Consiglio Comunale del 3 settembre 1656, quando il morbo doveva essersi intensificato il Camerlengo, don Filippo De Letto, in un breve discorso rivolto ai componenti, dopo aver notato che nessuna cosa poteva essere risolta senza l’aiuto di Dio, propose al Consiglio, secondo quanto gli era stato suggerito da un religioso di santissima vita, di far voto solenne di ricorrere alla Vergine Immacolata, perchè come Essa fu preservata dal peccato originale, così, intercedendo presso Dio preservasse la città di Chieti dal comune contagio. Il Consiglio approvò religiosamente la proposta e deliberò di dare incarico al Reverendo clero della Cattedrale di cantare ogni giorno solennemente dopo la Messa e dopo il Vespro l’antifona della Concezione. Il giorno 8 settembre il Camerlengo stesso, inginocchiato innanzi all’altare di S. Giustino, presenti il Clero e il popolo pregò la Vergine Immacolata affinchè liberasse la città dal contagio. La peste cessò a Chieti il 7 dicembre 1656, vigilia della Concezione di Maria Vergine e aggiunge che la città, purificata, fu dichiarata libera il 31 maggio 1657 per ordine del Preside e Regio Consigliere Dott. Antonio
Il giorno della festa
Mirobaldi. Ancora oggi su alcune strade cittadine, tra cui la strada della Madonnina, si ammirano ai lati dei palazzi delle immagini della Madonna con la rituale lampada votiva, esse furono innalzate dal popolo teatino in riconoscenza del grande prodigio, e per esternare ancora maggiormente il ringraziamento alla Vergine eressero a ricordo del Miracolo, molte Chiese disposte intorno alla città, dedicandole con nomi diversi alla Vergine: la Madonna degli Angeli, la Madonna della Misericordia, la Madonna della vittoria, la Madonna delle grazie, La Madonna delle piane o della catena, Sant’Anna, LA Madonna della neve e S. Donato. Nel 1943 durante l’occupazione nazista della città fu requisita anche la contrada. I tedeschi requisirono alcune case portando cavalli, anche la Chiesa fu requisita ed adibita a macelleria. Questo stato di cose durò dal dicembre 1943 al giugno 1944 quando i tedeschi abbandonarono la città. la Chiesa non fu danneggiata e i tedeschi, nelle domeniche permettevano di celebrare la S. Messa. Circa il mangiare, i tedeschi, non davano niente a nessuno e quantunque nessuno fu molestato, però regnava la paura. La contrada era occupata da 40 tedeschi i quali non hanno fatto male a nessuno. Nella contrada non vi erano postazioni di cannoni ma solo la stalla dei cavalli. Ogni tanto i tedeschi requisivano degli uomini per farli lavorare con loro. La contrada della Madonna della Misericordia non fu mai bombardata in quel periodo.
La Madonna della Misericordia
Molte leggende rimangono ancora intatte tra i popolani di Chieti. Una di queste riguarda il culto di S. Eufemia di cui nella Chiesa esiste una statua. La statua è lignea e vestita di panni, ha forme ingenue. S. Eufemia è in piedi, in tunica rossa e manto rosso, reca in una mano un fiore e, nell’altra, un libro aperto ed ha a lato la figura di un leone eseguita in cartapesta. Alla Santa si rivolgono le donne della campagna di Chieti per aver latte in abbondanza e in tale occasione bevono per devozione l’acqua del pozzo, che è di fronte alla Chiesa e che appunto per questo è detto il pozzo di S. Eufemia, cioè il pozzo di S. Fumia come comunemente viene chiamato. |
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La madonna
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