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Vedute della città di Chieti

Chieti, a 330 m.s.l.m., sorge su una collina che divide le acque affluenti nel fiume Pescara da quelle del bacino dell’Alento e più in là, le masse della Maiella e del Gran Sasso, dalle piane dell’Adriatico, in una varietà di panorami unici per ricchezza e amenità di paesaggi. E' una delle città più antiche d’Italia, dalle ori­gini leggendarie. Suoi fondatori sarebbero stati i Pe­lagi che la eressero in onore della ninfa Teti. Ercole l’avrebbe costruita 53 anni prima della caduta di Troia, 494 prima della fondazione di Roma, secon­do quanto narra il Nicolino. Ancora se ne attribuisce l’origine a profughi troiani o, secondo Strabone (sto­rico e geografo greco), ad una colonia arcadica che chiamò la città Tegeate in memoria di Tegea, centro fiorente dell’Arcadia. Secondo altri la città addirittura sarebbe stata edificata da Achille, più credibile dai suoi compagni che la chiamarono Teate in onore di sua madre. La popolazione di Chieti, affezionata alla leg­genda Achillea, ha consacrato l’eroe sullo stemma del­la città rappresentandolo su di un cavallo rampante mentre regge con la mano destra una lancia in atto di combattimento e con la sinistra uno scudo su cui appare una croce bianca in campo rosso con quattro chiavi che, essendo separate, si suppongono riferite alle quattro porte della Chieti antica. Giacomo Devoto ritiene preindoeuropea l’ori­gine dell’antico nome di Chieti, e gli scavi eseguiti in questi ultimi anni intorno alla vecchia Chiesa di San Paolo hanno messo in luce i resti di due templi italici costruiti a blocchi poligonali di tufo riferiti al IV secolo a.C. mentre in diverse zone, durante scavi fortuiti, sono venuti in luce numerose tombe di epo­ca preromana anch’esse di origine italica. I primi abitanti dell’antica Teate furono gli Osci; intorno al X secolo a.C. vi si stabilì la tribù italica dei Marrucini, di origine sabellica, una tribù affine alle altre, Frentani, Peligni, Vestini, che si erano in­stallate nelle regioni confinanti. Il nome della primi­tiva città era Tiati o Teate. Da Tegeate derivò il nome latino Teate, da questo, Tiati, iscritto nelle prime mo­nete battute nella città e indi, per corruzione, Tieti ed infine Chieti. Alcune monete teatine recano nel recto una civetta e nel verso la testa di Pallade galeata nonché la leggenda Tiati. La città ebbe in questo periodo an­che un dialetto proprio. Nel IV secolo a.C. quando era capoluogo del territorio dominato dai Marrucini, Chieti si chiama­va Teate Marrucinorum. I Marrucini non parteciparono alla lega sanniti­ca contro Roma ma sostennero i vicini Marsi e, insieme coi Marsi, coi Peligni e coi Frentani, furono sotto­messi dai Romani. Le guerre sannitiche si conclusero nel 304 a.C. dopo di che Teate si inserisce nell’ordi­ne della storia romana e resta fedele alleata dei ro­mani per due secoli. Diventata municipio, la sua vita acquista decisamente più largo respiro. Nel I secolo essa diviene il punto di riferimento della Via Consolare Tiburtina - Claudio Valeria, una delle maggiori vie romane, che attraversava la città dal quartiere della Civitella a Porta Pescara, intersecando in più punti l’attuale Corso Marrucino. Fino alla caduta dell’Impero

 

 

 

 

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