I trabocchi di San Vito Chietino (CH)
La loro origine si perde nella notte dei tempi. Si può solo supporre che la loro invenzione sia stata originata dalla paura che l’uomo provava, una volta, nell’avventurarsi , per la pesca , in mare aperto : era più comodo e più sicuro, “pescare da fermo”, da una piattaforma stabile, collegata alla terra ferma da una passerella in legno. Ma da quando i Trabocchi sono apparsi sulle coste abruzzesi ? Secondo alcuni storici il trabocco sarebbe un’invenzione importata dai Fenici. Ma i primi e più antichi documenti che ci parlano dei “trabocchi” della nostra zona sono stati reperiti da padre Stefano Tiraboschi dell’Ordine Celestiniano che nel manoscritto “ Vita Sanctissimi Petri Celestini” (Pietro da Morrone), conservato presso la Biblioteca Marciana di Venezia, parlando della permanenza di Pietro da Morrone nel Monastero di San Giovanni in Venere (1240-1243), racconta che Pietro usciva spesso dall’Abbazia di Fossacesia e, dal colle “Belvedere”, ammirava il mare sottostante “punteggiato di trabocchi”. Si deduce pertanto che nel 1240, l’anno di inizio del corso di studi frequentato da Pietro da Morrone, i trabocchi già esistevano. Stefano Tiraboschi sempre nel suo manoscritto riferisce anche una testimonianza di Pietro di Angelerio, nato nel 1215 a S. Angelo nel Molise: “La grande distesa del mare mi sembrò meravigliosa, come quando, da bambino, accompagnavo i parenti ai pascoli bassi, verso la marina di Vasto. Ma ora, più che il mare calmo che luccicava sotto il sole della tarda mattina, punteggiato dai trabocchi posti come vedette verso il confine del cielo, mi colpiva la grande Badia. Era la cosa più bella che avessi mai visto”. Alcuni studiosi delle tradizioni locali invece preferiscono collocare in epoche più recenti la nascita dei trabocchi. Documenti dell’ esistenza di queste strutture ,risalenti al XVIII secolo, sono stati reperiti anche lungo la costa garganica , allora scarsamente popolata, dove i pescatori locali
dovevano ingegnarsi per ideare una tecnica di pesca che non fosse condizionata dalle condizioni meteo-marine della zona. Ma un accurato lavoro di ricerca è stato compiuto anche da Pietro Cupido e si basa essenzialmente su fonti orali e testimonianze che l’autore ha raccolto direttamente dagli ultimi grandi traboccanti e gli ultimi grandi marinai e, avendo praticato anch’ egli mestieri sul mare, sin dall’infanzia, ha avvertito poi il bisogno di riferire quanto ha via via appreso dalla gente di mare . Secondo le ricerche compiute da Cupido nel 1627 in questi luoghi si abbattè un terribile sisma che generò onde di maremoto gigantesche tra il fiume Fortore e Pescara, tanto che in un solo giorno morirono 17.000 persone su un comprensorio già scarsamente popolato. Si ebbero di conseguenza, in questi luoghi, delle immigrazioni dalla Francia. Giunsero diverse famiglie tra i cui componenti vi erano abilissimi artigiani: fornaciai, metallurgisti, muratori, falegnami, esperti fabbri ferrai e i ‘puntuaroli’ addetti ai guadi dei fiumi. Ed è proprio grazie alle capacità e all’ esperienza di queste comunità, insediatesi tra San Vito e Rocca San Giovanni intorno al 1630, che sono sorti i primi esemplari di Trabocchi che vennero eretti dagli abitanti della zona probabilmente spinti da immediate necessità di nutrirsi. La struttura del trabocco col tempo cambia, diventa più leggera, più agile e i componenti più esili. I trabocchi, a partire dall’immediato dopo guerra, hanno subìto un progressivo abbandono dovuto al disuso delle strutture ed a una conseguente perdita di conoscenze di manutenzione. I sistemi di pesca attuali lo hanno fatto passare nel dimenticatoio, abbandonando al degrado queste sentinelle protese nel mare. L’inversione di rotta si è avuta una decina di anni fa grazie ad una rinata attenzione verso il turismo ecologico e rispettoso della natura: e il Trabocco è diventato un simbolo da proteggere ed un’attrazione turistica. È nata così la “Costa dei Trabocchi”,
entità formata dai
comuni del litorale della provincia di Chieti, il cui scopo è tutelare
le particolarità del territorio . La “Costa dei Trabocchi” corrisponde
al tratto di litorale Adriatico della provincia di Chieti che va da
Francavilla a San Salvo. La zona più a nord della Costa dei Trabocchi si
snoda a partire da Francavilla al Mare ed è costituita da una lunga
striscia di sabbia dorata in cui si alternano piccoli tratti di spiaggia
libera e calette rocciose . Da Francavilla il litorale prosegue lungo e
dritto fino ad arrivare alle prime increspature del paesaggio costiero
con i promontori di Torre Mucchia, Punta Ferruccio, Punta Lunga e Ripari
di Giobbe. Si prosegue passando per Ortona con direzione sud giungendo a
San Vito Chietino: il ‘paese delle ginestre’ dove Gabriele D’Annunzio,
nel silenzio del suo rifugio :l’eremo dannunziano scrisse le più belle
pagine del Trionfo della Morte. Proprio in questo tratto si possono
ammirare spiagge ciottolose e insenature naturali dalle limpide acque.
Più a sud, poco distante, c’è Fossacesia Marina, dominata dall’imponente
abbazia di San Giovanni in Venere e poi ancora piccole insenature
pittoresche e spiagge di sabbia dorata. Proseguendo a sud: le spiagge di
Casalbordino , Villa Alfonsina, Punta Penna e infine la “perla” della
Costa : la riserva naturale di Punta Aderci. In essa crescono varie
forme di vita vegetale, tra cui la bellissima Ginestra, e volteggiano
Gabbiani, Falchi, e Poiane. Nei fondali è possibile trovare molte forme
di vita, come Occhiate, Saraghi, Triglie di scoglio, , Cefali, Pomodori
e Ricci di mare e praterie di Posidonia, oltre a numerose altre forme di
vita di flora marina.
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