Il castello di Gagliano Aterno - (AQ)
dominando il borgo, è la prima attrattiva di Gagliano, bisogna tenere presente che non è affatto l’unica. Ci sono infatti alcune chiese di notevole interesse, ma anche la fontana medievale fatta costruire da Isabella d’Acquaviva nel 1344, che si trova nella piazzetta proprio ai piedi della fortezza. Pochi passi la separano dalla chiesa parrocchiale di San Martino, con una suggestiva facciata rinascimentale decorata da un portale del Trecento ed un rosone del Cinquecento. Prezioso l’interno, grazie agli affreschi seicenteschi che narrano le Storie di San Martino, mentre quelli della cripta sono più antichi di un secolo. Il convento delle Clarisse di Santa Chiara, sulla piazza del Municipio, è un’altra tappa interessante. Sorse su un più antico monastero benedettino e passò alle Clarisse nel Duecento; subì poi radicali modifiche, soprattutto nel XVI e nel XVII secolo. La chiesa ha una forma curiosa, molto allungata e formata in realtà dall’unione di due sezioni separate: una prima, aperta ai fedeli e in stile barocco, una seconda, priva di finestre e detta coro delle monache. Ai lati dell’altare maggiore si vedono due grate che permettevano alle monache di clausura di assistere alle funzioni religiose senza essere osservate. La chiesa “interna” era rigorosamente riservata alla clausura e si sviluppa su due livelli; il pian terreno è abbastanza spoglio, con volte a crociera, e grazie a una grande apertura ovale riceve luce ed aria dal piano alto, al quale è collegato con una soluzione davvero originale. A fianco della chiesa si apre il chiostro, con portici sui quattro lati, che fu costruito a più riprese in epoche successive ed è dotato al centro di un bel pozzo del Seicento. Se la visita di Gagliano può essere completata da una passeggiata tra le case del centro storico e una puntata alla chiesetta quattrocentesca di San Giovanni Battista, la giornata può proseguire con una sosta alla vicina Castelvecchio Subequo. Il borgo si arrampica su di uno sperone
di roccia, dove fu costruito nel medievo in una posizione più elevata rispetto all’antica città peligna di Superaequum, di cui restano alcune tracce e una piccola catacomba. Una curiosità: l’originario nome della valle era superaequa e si trasformò in subequana quando divenne proprietà dei Conti di Celano. Infatti, in origine il termine super, ossia sopra, era riferito al fatto che la valle era più alta rispetto al riferimento di altitudine della pianura sulmonese. Passata di proprietà, i nuovi dominatori avevano come riferimento il ben più elevato altipiano della Marsica, e la valle divenne sub, ossia sotto, con il senso di più in basso. Il monumento più importante di Castelvecchio è senz’altro la chiesa di San Francesco poco fuori dal borgo antico. In una piccola cappella laterale si può ammirare lo straordinario ciclo di affreschi che racconta la Vita di San Francesco, che si vuole fosse passato da queste parti, le Storie di Cristo e le Storie di Maria. Furono dipinti tra il 1375 e il 1393 da due diversi maestri, uno usava tonalità più spente ed era influenzato dalla pittura umbra, l’altro preferiva colori vivaci e sembra vicino allo stile del Maestro di Beffi. Negli spicchi della volta della cappella, sullo sfondo di un cielo stellato, i simboli dei quattro Evangelisti osservano il visitatore.
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