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Cepagatti - L'incontro dei ragazzi del '66  right

in Abruzzo

 

Quando l'amicizia dura per sempre

 

 

L'abbraccio dei chimici 52 anni dopo la maturità. Dopo 52 anni esatti dalla maturità in quel 1966 all'ITIS Luigi di Savoia, gli alunni della V sezione A chimici si sono riincontrati, dopo estenuanti trattative su WhatsApp, al ristorante Tonino di Cepagatti. All'inizio c'è stata un pò di difficoltà nel riconoscersi perchè i fisici erano enormemente cambiati. Qualcuno si è presentato senza un capello, qualcuno con la pancetta, ma tutti animati dal vecchio spirito goliardico di una volta. Fatte le presentazioni si è dato sfogo ai ricordi di fatti capitati in quel ‘66 e subito dopo si è passato a ricordare i professori avuti in quei 5 anni e a "magnificarne" di ognuno le caratteristiche. Un nome su tutti troneggiava, quello di Monaco, chimica impianti, chimica industriale e chimica analitica e il ricordo cadeva sempre su quante persone fece fuori quell'anno all'esame di stato. Un ringraziamento particolare per questa bella rimpatriata va dato a Stefano Spezzaferro, impareggiabile conduttore di una lunga e interminabile chat su WhatsApp e a Prospero che ci ha portati a mangiare in un posto meraviglioso, per qualità e quantità di cibo servito. Alla fine dopo il classico taglio della torta e dopo abbondanti libagioni ci siamo salutati, abbracciandoci fraternamente e ci siamo dati appuntamento per l'anno prossimo

 

 

La Festa del 52° anno dei diplomati del '66 ha ricevuto anche la benedizione di uno di quei diplomati che ha scelto di diventare sacerdote e dedicarsi agli altri dal pulpito di una chiesa. Venerdì prima di metterci a tavola abbiamo ricevuto la sua benedizione in viva voce e la cosa non può che averci fatto piacere. E’ una storia, la nostra, che potrebbe essere raccontata come una favola: ” C'era una volta, un gruppo di ragazzi che dopo aver studiato per un anno intero, fino spezzarsi la schiena, si diplomavano con ottimi voti, all'esame di stato presso l'ITIS Luigi di Savoia, nell’anno 1966. Quell'anno in commissione d'esame c'era il professor Monaco, un tipo alquanto originale, che pretendeva di conoscere cosa avevi capito di tutto quello che avevi studiato, non semplicemente quante cose avevi quell’anno imparato. Quell'anno, che fu considerato da molti, infausto e triste, bocciò quasi il 90% degli ammessi all'esame di Stato di chimica. Io fui uno di quelli che lo superarono con una media altissima del 8.30 pieno, ma ci fu un

 

 

altro che ebbe un voto superiore al mio, un certo Adriani Stefano. Tanti anni sono passati da allora e tante strade sono state percorse con successo dai ragazzi di quella covata, la 5°A. Non mi sarei sorpreso di rivedere i compagni di allora, felicemente pensionati dopo carriere luminose nell'ambito dell'industria privata o in quella pubblica. Di Stefano Adriani, non mi sarei sorpreso neanche se avesse fatto l'astronauta e fosse sbarcato sulla luna o avesse partecipato ad una delle missioni per farla avverare. Il giorno 31 luglio 2016 ho scoperto che dopo averci salutato si era poi laureato, dapprima in Scienze Biologiche e dopo essersi occupato come ricercatore nelle acciaierie di Terni, si era poi laureto in Teologia e Filosofia, per prendere, seguendo l'esempio di Don Bosco i voti religiosi. Il 31 luglio del 1976, fu ordinato sacerdote nella sua Casalincontrada. Da allora Don Stefano, 70 anni, cresciuto nel mito di Don Bosco, che lo ha 

 

 

Laboratorio di 3°

portato tra i Salesiani, verrà mandato in giro per l'Italia, ma non romperà mai il legame con Casalincontrada, dove vive la sua famiglia. Una domenica del 2016, il paese e tutti i suoi amici hanno voluto ricambiare il suo affetto, con una festa per celebrare i suoi 40 anni di sacerdozio. Tutti hanno voluto partecipare alla messa pomeridiana celebrata da lui insieme al parroco Don Enrico D'Antonio. Erano presenti tutti i sindaci che si erano succeduti dal 1976 ad oggi, per festeggiarlo e omaggiarlo di una targa ricordo dell'avvenimento in cui Don Stefano veniva definito "Un uomo di grande saggezza e cultura mai ostentata ma messa al servizio di Dio e degli uomini". Don Stefano, oggi, non possiede una macchina perchè è un camminatore instancabile e lo si vede spesso girare a piedi per incontrare e stare con la gente e mettersi al servizio degli altri. Un prete, un vero amico di tutti

   

@nonnenio

 

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