a Abruzzo
Fara Filiorum Petri è un comune
della Provincia di Chieti
Il patrono,
Sant’Antonio Abate, si festeggia il 17 gennaio a Fara Filum
Petri. Confina con i comuni di Bucchianico, Casacanditella,
Pretoro, Rapino, Roccamontepiano, San Martino sulla
Marrucina. È disteso in pianura, nel cuore della Val di Foro,
mentre il centro storico è situato a ridosso di un piccolo
ed isolato colle circondato da due fiumi, il Foro e la
Vesola Sant'Angelo. Sorge alla sinistra del fiume Foro.
Nella chiesa parrocchiale di San Salvatore, una croce
argentea di scuola guardiese. Sotto il porticato è stato
rimontato il bel portale trecentesco della distrutta chiesa
di Sant’Agata. Ricordiamo la suggestiva festività invernale
in onore di Sant’Antonio, che la leggenda vuole abbia
salvato il paese dall'esercito francese, nel 1799,
trasformando in torri di fuoco le querce del bosco adiacente.
I giovani del paese ogni anno costruiscono 12 alte torri di
canne secche, una per contrada, che vengono arse in piazza.
Il rituale si innesta sulle antiche feste pagane invernali
dove protagonista è il fuoco, propiziatorio richiamo alla
primavera. Le sue antiche origini fanno risalire la
fondazione del comune al periodo della dominazione
longobarda. Di origine altomedievale, come indica il
toponimo Fara, usato per identificare il luogo di residenza
del nucleo longobardo, nel IX secolo viene elencato tra i
possedimenti del monastero di Montecassino. Nel '400 era dei
de Riccardis, successivamente fu dei Colonna, dei di Caldora,
dei Barone, dei di Capua, degli Spinelli.
Intorno all'anno 1000
l'influenza dei monaci benedettini del monastero di Montecassino
iniziò a farsi sentire e, tramite la vicina abbazia di San
Liberatore, a Majella, i monaci benedettini avevano su Fara potere
temporale e spirituale. Ne sono testimonianza il convento sito a
Sant'Eufemia risalente a questi anni e la Chiesa di San Salvatore,
costruita sui resti di un castello del III secolo d.C. Nel 1300 Fara
passò sotto il potere della Contea di Manoppello retta dai conti
Orsini, pur persistendo ancora la presenza benedettina. Risale a
questo periodo la chiesetta di Sant'Agata. Dopo il 1500, a causa
delle guerre franco-spagnole, Fara passò dal potere degli Orsini
sotto al potere dei Colonna per ordine del re di Spagna. È durante
questo periodo che Fara ricevette oltre 100 reliquie di santi e
addirittura una scheggia della croce di Cristo, reliquie che tuttora
sono gelosamente conservate nella parrocchia di San Salvatore.
Questo a testimonianza di
quanto il paese fosse centro importante di religiosità sotto i
benedettini. Nel 1800 con la caduta dei Colonna, per mano di
Giuseppe Garibaldi, per Fara finì il periodo del feudalesimo. Nei
primi del Novecento iniziano grandi lavori di urbanizzazione. La
nota banda locale si esibisce a Vienna, nel 1899, guidata dal
maestro Giuseppe Dell'Orefice. È di questi anni anche la nascita
della tradizione delle Farchie cosi come la conosciamo oggi. Il
grande boom fu duramente messo alla prova dai due conflitti mondiali
dai quali Fara uscì quasi totalmente distrutta e contò centinaia di
vittime. Nel secondo dopoguerra Fara conobbe un altro boom che le
fece assumere il ruolo di paese guida di tutta l'alta Val di Foro,
ruolo che tuttora mantiene, grazie anche a impianti industriali e ad
un notevole sviluppo demografico e residenziale.
@nonnenio
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