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Crecchio -Il Trabocco Sasso della Cajana   right

in Abruzzo

 

Quando il cibo si trasorma in poesia

 

 

 

 

Oggi, in compagnia di mio fratello Luciano e di sua moglie, io e Donatella siamo andati a caccia di una atmosfera romantica e di un bel panorama. Guidati dal saggio Luciano, abbiamo voluto provare, su suo consiglio, a pranzare in una suggestiva palafitta chiamata trabocco dalle parti di Rocca San Giovanni, località chiamata Vallevò. Arrivati in prossimità del Trabocco, vinta l'iniziale titubanza di Donatella sull'attraversamento della lunga passerella che ci portava alla sala ristorante a picco sul mare, ci siamo comodamente seduti per pranzare,  un pranzo naturalmente tutto a base di pesce. Mai scelta fu più azzeccata. Luogo suggestivo, piccolo, semplice, rustico e accogliente. L'esperienza di pranzare sul mare, cullati dai delicati ondeggiamenti della struttura in legno, è da fare almeno una volta. Personale tutto, dal titolare Marino, attento alla soddisfazione dei suoi clienti, cuochi e camerieri - "la ciurma" - simpatici e cordiali, pronti a soddisfare ogni nostra richiesta, a nostra richiesta extra ci hanno portato anche una insalatina di contorno, derogando dalle regole del menu. Dicevo, cucina semplice, tradizionale, senza fronzoli o salse. Mangiato molto bene, pesce fresco, giusta cottura. Unico appunto forse, la zuppa di cozze – eccelenti comunque - ma servite con pezzetti di peperoni che, 

 

 

secondo me, toglievano un pò il gusto e sapore verace delle cozze. Ma sono gusti personali, a mio fratello e a Donatella, comunque sono piaciuto. Il menù, ad un costo convenuto, ha compreso ben cinque antipastini, zuppa di cozze, un primo , spaghettoni al sugo di pesce e un secondo (frittura), acqua, vino bianco, sorbetto e caffè. Il l luogo l'atmosfera, il poter raccontare di aver mangiato in questo luogo fantastico, meritano tutti i chilometri fatti per arrivare quì da Chieti. Non fare caso al leggero oscillamento che si avverte stando comodamente seduti a tavola, dopo un pò ci si abitua e non ci si fa più caso. Prenotare almeno una ventina di giorni prima, il ristorante in questi giorni è sempre pieno e i posti sono limitati. Non dimenticare di coprirsi bene, sapete, sul mare, soprattutto di sera, oltre ad essere umido, potreste trovare un pò di vento fresco. Il Marino, attento, ci ha detto che in caso di vento avrebbe potuto tirar giù delle tende di plastica arrotolate su per questa evenienza. Ragazzi una bella esperienza senz'altro da ripetere. Questo è un locale caratteristico, forse e' rimasto uno dei pochi trabocchi che ha anche la licenza di pesca. Noi ripeteremo in futuro, con una cena ammirando il tramonto e con il rollio caratteristico del trabocco, dovrà essere ancora più emozionante. Gazie Luciano per questa esperienza, a buon rendere si intende.  I trabocchi come ebbi modo di scrivere in altre mie pagine web, sono macchine per la pesca dalla riva. Protesi sugli scogli per mezzo di passerelle, e con la rete agganciata a lunghi bracci a bilanciere, permettono di raggiungere anche senza barca, punti dove l'acqua é più profonda e pescosa. Il trabocco o trabucco deve il suo nome alla forma a bilancia o a leva del braccio che sorregge la rete. La parola trabocco, 

 

 

 

infatti, deriva probabilmente dal termine provenzale trabuc, nome di un'antica macchina da guerra a leva. Punto di partenza di questo itinerario è Francavilla, rinomata stazione balneare già nell'800 grazie al suo magnifico arenile. La sua costa è in pianura e ricca di stabilimenti fino al Lido Riccio di Ortona dove comincia a salire trasformandosi in un rincorrersi di calette e strapiombi sul mare gialli di ginestre. Da quel punto conviene lasciare la via maestra e seguire il vecchio tracciato della statale 16, fermandosi di tanto in tanto per inoltrarsi nei viottoli che la intersecano e affacciarsi dall'alto dei promontori. Le rovine del Castello Aragonese (XV secolo) vi annunceranno l'ingresso a Ortona e il suo porto. La lunga ba1conata della Passeggiata Orientale che sovrasta i moli vi offrirà un magnifico colpo d'occhio su quello che vi aspetta ancora più a sud: un susseguirsi di colline coperte di vigne che si allungano fino al mare. Da Ortona a Vasto i trabocchi, le caratteristiche palafitte usate per la pesca con le reti, sono una costante del paesaggio e già si scorgono percorrendo in macchina la statale 16 che in questo tratto segue quasi perfettamente la linea della costa

 

Per raggiungere i trabocchi quasi sempre bisogna lasciare la macchina sulla statale e inoltrarsi per i sentieri che scendono alle spiagge. Per questa gita abbiamo scelto un giorno feriale. A mezzogiorno ci siamo fermati per un pranzo a base di pesce in uno dei tanti ristorantini della costa, ci siamo trovati benissimo e i prezzi sono ancora relativamente contenuti. Ogni paese, diviso fra borgo marinaro e centro storico sulla collina, meriterebbe una sosta. Ortona, San Vito, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino, Vasto e San Salvo. Hanno ciascuno un fascino particolare e sono altrettanti punti di partenza alla scoperta delle colline nell'entroterra punteggiate di cittadine medievali e borghi rurali, come Atessa, Roccascalegna o Casoli.Da San Vito, per esempio, si può deviare dalla statale 16 per Lanciano, antica capitale della Frentania e una delle più antiche città d'Abruzzo e poi puntare verso Casoli e, dopo aver visitato il magnifico borgo che si sviluppa intorno al palazzo ducale, proseguire sulla statale 84 fino al bivio per Gessopalena. Dopo una sosta nell'antico borgo medievale di Gesso, oggi quasi completamente disabitato, si può proseguire verso Torricella Peligna e la sua pinetina. Nel museo territoriale della cittadina è esposta una mummia del '700 scoperta durante il restauro della chiesa parrocchiale. Scendendo dall'altro versante, si può visitare Colle di Mezzo, e poi scendere verso l'abitato di Bomba, che diede i natali ai fratelli Bernardo (1817-1883) e Silvio (1822-1893) Spaventa, il primo professore di filosofia all'università di Napoli, famoso per aver diffuso l'idealismo tedesco in Italia, il secondo patriota del Risorgimento. Merita una sosta, a tre chilometri dal paese, il suggestivo lago di Bomba, primo esperimento in Europa di lago artificiale ottenuto con una diga di argilla compressa che sbarra il corso del fiume Sangro. Dalla costa dei trabocchi, fino alle pendi ci della Maiella, questa zona è ideale per far rifornimento di vino ed olio seguendo gli itinerari della Strada del vino Tratturo del Re e le due Strade dell'olio e fermandovi nelle cantine e nei frantoi che si trovano nelle località segnalate. Fatto rifornimento di vino e olio si può raggiungere Quadri per acquistare tartufi e prodotti a base di tartufi, quindi si può ripercorrere la fondo valle Sangro verso il mare e deviare prima verso Colle di Mezzo e Guilmi, dove cercare la famosa ventricina, salume antichissimo, e poi più a valle a sinistra verso Casoli, a caccia di formaggi, o a destra verso Atessa per rifornirsi di miele. Tornando verso Lanciano, conviene deviare verso Castelfrentano e assaggiare i famosi bocconotti, tipici dolci ripieni di un impasto a base di cacao, mandorle e mosto cotto. In quasi tutti i ristoranti troverete piatti a base di prodotti tipici e ricette della gastronomia locale, ma è assolutamente da non perdere a Vasto la famosissima zuppa di pesce "Lu vrudatte", il brodetto.

 

@nonnenio

 

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