Enio Home Page    Indice Riferimento   Foto della Fortezza


Le terre di confine - La fortezza di Civitella del Tronto


Civitella del Tronto, estremo nord dell’Abruzzo, linea di confine, terra di conquista. Siamo a pochi minuti dal paese, lungo la via che giunge da Teramo, il tragitto più suggestivo per lasciarsi sorprendere, dietro l’ennesima curva, dall’armoniosa imponenza della fortezza di Civitella che, incastonata nella roccia, sovrasta e protegge l’antico borgo. Tra rivolte popolari e gesta eroiche, anonimi strateghi e geniali costruttori, in questo angolo di mondo che ha visto passare Svevi, Angioini e Aragonesi, Asburgo e Borbone, vive ancora in una secolare narrazione la storia dei regni di Sicilia e Napoli, la storia d’Italia. “Civitas fidelissima” di un regno ormai giunto alla capitolazione, cinta d’assedio dall’esercito sabaudo che si apprestava a fare l’Italia unita, dopo il 1861 la roccaforte venne abbandonata e saccheggiata per anni. Quella che fu sin dal ‘500 la punta di diamante di un sistema difensivo inespugnabile, che permetteva ai regni del Sud di controllare a vista i confini con lo Stato Pontificio e difendersi da ogni attacco, si presenta a noi come un gigante assopito, adagiata sulla cresta del monte, sospesa tra le glorie militari di un tempo e la maestosa, severa serenità che infonde a chi la scopre oggi. Un guerriero a riposo, in un lungo tempo di pace, quando guardando al passato la guerra sembra perfino bella da ricordare, cercando di leggerne le tracce sulle mura e i bastioni di questa piazzaforte, o attraversando le sale del museo ospitato nei locali delle antiche mense, dove tra colunbine, archibugi e palle di cannone, tra divise, alabarde e moschetti, editti e preziosissime mappe, troneggia un cippo confinario in travertino del 1847 con le incisioni del giglio borbonico e, sul fronte opposto, le chiavi papaline. Da lontano, tentando di abbracciare con un unico colpo d’occhio i cinquecento metri di fortificazioni che svettano

sull’immensa acropoli, si ha la sensazione di essere arrivati in un luogo dall’identità mutevole, immerso in un equilibrio di contrasti che ci accompagna durante l’intera visita. Opera dall’architettura asciutta, frutto dell’ingegno umano, appare come unico corpo in simbiosi naturale con la roccia nuda che la sorregge. Luogo di avvistamento e di difesa, oggi è rifugio ideale per chi cerca un momento di pausa interiore, per ascoltare i propri pensieri passeggiando lungo i viali interni, gli accessi e le piazze, protetti dalle mura che avvolgono l’aria circostante in un sonoro silenzio, rotto all’istante quando ci si affaccia sui camminamenti e la natura intorno, le valli del Tronto e del Salinello, i monti, le strade, le cave e il paese in basso tornano a vociare assieme al fresco soffio del vento di marina. Tra un posto di guardia e un ponte, tra gradinate e trinceramenti, le piazze d’armi, per secoli teatro di esercitazioni e adunate di reggimenti e guarnigioni, aspettano immobili e sospese la buona stagione, per tornare ad accendersi di luci e colori e far da cornice a suggestivi eventi culturali e concerti indimenticabili. Dove tuonavano cannoni e fischiavano i fucili, risuona ancora l’eco del flauto magico dei Jethro Tull, che una notte d’estate di pochi anni fa incantò centinaia di persone. A 645 metri sul livello del mare, la terza piazza ospita i resti del palazzo del Governatore e della chiesa di San Giacomo: è il punto più alto della fortezza, alle spalle le Montagne di Campli e dei Fiori, a nord la vallata e sul fondo Ascoli Piceno. Da qui l’ossimoro di questo singolare monumento si svela in tutto il suo equilibrio. Parlano la roccia, i bastioni e i resti delle palazzine, le celle, le volte e le enormi cisterne; parlano i prati intorno e i boschi, la terra coltivata e le cime montane ancora spolverate di nevischio; parlano i tetti del paese e il cielo, ora un passo più vicino: dicono di un lungo tempo in cui la storia e l’uomo hanno reso grande e temibile

 

 

questo luogo, e di un tempo breve che lo restituisce a noi oggi spoglio della sua armatura e per questo, forse, ancor più bello. Iniziamo la discesa, percorrendo i camminamenti di mezzogiorno che riportano verso l’uscita. Ci soffermiamo qualche minuto, in silenzio. I movimenti perfetti, morbidi e rapidissimi di un maestro di arti marziali tagliano l’aria con lame di spada, al centro della Gran Piazza d’armi: sul vertice aguzzo del muraglione da cui osserviamo la scena, un coleottero goffo e lento, dalla corazza dura e lucente, si prepara a lanciarsi al primo soffio di vento... Un borgo immerso in una Valle di fiaba Se la fortezza è indubbiamente il simbolo più prestigioso e il monumento più rappresentativo di Civitella del Tronto, il borgo sottostante resta tra i più caratteristici d’Abruzzo. Appoggiato sul crinale sud del colle roccioso, si concentra lungo una sequenza di strade strette e vicoli che corrono paralleli seguendo docilmente il movimento ondulato della roccia fortificata, per tutta la sua lunghezza. Cosicché, per chi giunge da Teramo, si presenta come un grande terrazzamento su cui, compressi quasi a formare un’unica struttura, si alzano i muri e i tetti delle case. Non doveva essere molto diverso in passato, quando su questo versante, il più scoperto agli attacchi nemici, sorgevano le possenti mura di cinta e i torrioni d’attacco, di cui resta ancora qualche traccia ben visibile. Al borgo si accedeva attraverso tre porte, di cui una (Porta Piazza) è sopravvissuta alle demolizioni e oggi è il punto principale d’ingresso al paese. Ci si trova subito su piazza Pepe, su cui si proietta la singolare semplicità della facciata di San Lorenzo: una delle poche aperture del borgo, una terrazza più volte trasformata in set cinematografico. Da qui ci si può incamminare lungo corso Mazzini, oppure risalire per via Roma, percorrendo ogni strada per tutta la sua lunghezza, per giungere sul versante opposto del paese e ricominciare, tornando

 

 

indietro attraverso una delle tante rue lastricate in pietra e mattoni. Semplici case ben conservate si alternano a nobili dimore dagli eleganti portali, finestre orlate e balconi in pietra e ferro battuto; i palazzi signorili Rochi, Ferretti, Graziani, il palazzo del Capitano, all’interno dei quali si aprono preziosi cortili, colonnati e corridoi sorretti da robuste volte. Di tanto in tanto i vicoli si aprono su piccoli piazzali, dove sotto solide torri campanarie le numerose chiese si adornano di stucchi ben conservati, dipinti antichi e splendidi tesori. All’esterno, austere facciate come quella di S. Francesco proteggono affreschi di fattura pregevole e rosoni dalle forme e dai motivi desueti. Passeggiare nel borgo di Civitella è lasciarsi sorprendere dalla ricchezza urbanistica dei suoi edifici, incontrare stipiti, bugnati e modanature risalenti all’alto medioevo, lunette affrescate e facciate scarne di nuda pietra, e ripercorrere così la storia di questa cittadella conservata nei numerosi stemmi sui portali dei palazzi, nei monumenti (come quello marmoreo voluto da Francesco I in memoria di Matteo Wade, ufficiale irlandese che difese strenuamente Civitella durante l’assedio del 1806), nelle suggestioni che la tradizione ha mantenuto vive fino a noi (come la fontana ai piedi della pineta, famosa per essere luogo di incontri segreti, amori nascosti e bugiarde promesse). Subito fuori dalla cinta urbana, lo spettacolo di questo angolo d’Abruzzo continua, tra storici conventi e antiche abbazie immerse nel verde delle colline attorno (Santa Maria dei Lumi, Santa Maria di Montesanto), giochi d’acqua, voli di rapaci, esplosioni di colori e profumi nella lussureggiante natura delle gole del Salinello (oggi riserva): e poi le rovine di castel Manfrino, le grotte neolitiche e gli eremi che custodiscono per noi la storia millenaria di queste valli.


Come arrivare

Da Ancona: Uscita S.Benedetto, A14 – Superstarda Ascoli Mare, Uscita Ancarano – S.Egidio alla V.ta – Civitella

Da Pescara: Uscita Mosciano S.Aangelo, A14 – SS 80 perTeramo – SS 81 per Ascoli – Civitella

Da Alba Adriatica: SS 259 – Nereto – Bivio S.Omero – Garrufo – S.Egidio – Civitella

Da Giulianova Lido: Bonifica del Salinello – Salino – Favale – Ponzano - Civitella

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Enio Home Page    Indice Riferimento   Foto della Fortezza


Copyright © 2018  - Enio Solino- All Rights Reserved - Aggiornato il 16/09/2018