La città di Chieti Uomini importanti
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Caricature - Uomini importanti della città di Chieti |
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1) Aurini Guglielmo
2) Costantino Barbella
3) Mezzanotte Giuseppe
4) Raffaele del Ponte |
Aurini Guglielmo
La passione per l'arte e l'archeologia lo indusse a trasferirsi a Roma, dove iniziò una nuova carriera nell'amministrazione delle Poste. Ivi, a più diretto contatto col mondo accademico, oltre alle mostre d'arte, poté seguire, in veste di giornalista, le lezioni di Adolfo Venturi sulla storia dell'arte, insieme a quelle di Emanuel Löwy sull'archeologia e di Rodolfo Lanciani sulla topografia romana. A Chieti, dove visse nel periodo dal 1915 al 1918, assistette alla scoperta degli affreschi rinvenuti nella demolizione della chiesa di San Domenico e alla scoperta di avanzi dell'antico acquedotto romano, venuti alla luce durante lo scavo delle fondazioni del palazzo provinciale. Fu nominato "ispettore dei monumenti e scavi" e pubblicò diversi scritti su Chieti e l'arte teatina; nel 1917, venne dato alle stampe il saggio Su le opere d'arte esistenti in Chieti, con il quale diede inizio a uno studio sistematico della storia e delle opere di Chieti.
Guglielmo Aurini che a volte si firmava con l'anagramma Inirua o Giaur, pubblicò buona parte dei suoi scritti su riviste (Rivista abruzzese di scienze, lettere ed arti, Corriere Abruzzese, L'Abruzzo, Arte di Adolfo Venturi, Rassegna d'arte e storia di Firenze, Roma di Flery, L'Ordine di Ancona, La Valtellina di Sondrio, Ars Nova, La Scure e Libertà di Piacenza).
I suoi primi articoli di cronista e critico d'arte furono pubblicati su La Vedetta di Teramo, in occasione della Mostra artistica di Teramo del 1888, occupandosi appena ventiduenne della sezione di arte moderna.
Costantino Barbella
Nacque a Chieti nel 1852 da Sebastiano e Maria Bevilacqua, entrambi commercianti: fu iniziato, nonostante la sua riluttanza, al mestiere dei genitori.
Si dilettava a modellare statuine
per i presepi, che poi vendeva nella sua bottega: le sue opere furono notate
e apprezzate da Francesco Paolo Michetti, che lo incoraggiò in tale
attività. Grazie a un sussidio della provincia di Chieti, riuscì a
frequentare la Reale Accademia di belle arti di Napoli, dove fu allievo di
Stanislao Lista, maestro anche di Vincenzo Gemito. Si specializzò nelle
composizioni di piccolo formato in terracotta o in bronzo, raffiguranti
soprattutto scene contadine e costumi della sua terra che portarono lo
scultore al successo in Italia e all'estero: nel 1875 una sua scultura, la
gioia dell'innocenza, fu acquistata da Vittorio Emanuele II e donata alla
Galleria di Capodimonte. Curò l'allestimento della sezione italiana alla
Mostra Internazionale di Anversa del 1884: questo gli consentì di estendere
la sua fama all'estero. Fu anche nominato professore onorario dell'Istituto
Reale di Belle Arti.
Mezzanotte Giuseppe
Nacque da Antonio ed Elisabetta
Rotondo; una famiglia della borghesia cittadina. Trascorse l'infanzia
a Chieti e compì gli studi nel liceo locale dove conobbe
l'intellettuale Pasquale De Virgilis (del quale avrebbe poi sposato la
figlia Flora il 4 marzo 1886, a Napoli, nella sezione Comunale San Giuseppe)
che lo incoraggiò verso la scrittura. La prima inclinazione fu in realtà
verso la pittura, alimentata dalla frequentazione dei giovani Francesco
Paolo Michetti e Costantino Barbella. Di questo periodo non rimane pressoché
nulla: ci è giunto solo qualche ritratto caricaturale. L'esperienza
artistica rimase tuttavia una parentesi all'interno del percorso letterario
che Mezzanotte intraprese.
Raffaele Del Ponte
Del Ponte studiò disegno e pittura all'Istituto di Belle Arti di Napoli dove fu allievo del grande maestro napoletano Antonio Nicolini, scenografo al Teatro San Carlo di Napoli. La sua vena artistica si espresse in vari campi: decorò chiese e palazzi; dipinse quadri d'altare e nature morte; realizzò scenografie e bozzetti scenografici; incise illustrazioni per libri e riviste.
Album pittorico letterario abruzzese (edizione 1859-60), da lui curato sulla
falsariga del Poliorama Pittoresco. La sua pubblicazione rappresenta una
tappa fondamentale per la storia dell'iconografia regionale Abruzzese.
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