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La Fonte trecentesca – Fontecchio (AQ)

Da un po’ di tempo la Fontana trecentesca di Fontecchio è tornata a splendere nelle sue forme e nel suo articolato e suggestivo scenario urbano, all’ingresso del centro storico dell’antico borgo fortificato, patria di Pico Fonticulano, celebre matematico e architetto, autore della pianta della città dell’Aquila del 1575. E’ uno dei tanti interventi di recupero e restauro post sisma che hanno visto la solidarietà e la fattiva partecipazione di Amministrazioni locali, a sostegno della rinascita dei borghi del cratere. In questo caso è stata la Provincia Autonoma di Trento, che sin dal 2010 aveva formalizzato la sua intenzione di contribuire al recupero della fontana pubblica di Fontecchio e dello spazio circostante, con fontanile, abbeveratoi e una pregevole edicola affrescata. L’intervento di restauro è stato avviato nel 2014 dalla Soprintendenza per i beni culturali della Provincia di Trento ed è stato condotto in stretta collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell’Abruzzo (poi Soprintendenza Unica Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per L’Aquila e cratere). Il risultato è un ritrovato e suggestivo scenario urbano che accoglie il visitatore all’ingresso del piccolo borgo, simbolo ritrovato e tappa concreta del percorso di recupero della memoria e dell’immagine del territorio. La fontana, isolata al centro della piazzetta, poggia sopra un basamento circolare a due gradini (parzialmente visibili),

è composta da una vasca poligonale con 14 facce composte da lastre monolitiche di pietra calcarea sagomata, con semicolonne in pietra, e conci lapidei lavorati che formano la base ed il coronamento. Il fusto cilindrico centrale è lavorato su tutta la circonferenza: nella parte inferiore sono scolpiti quattro mascheroni, dalle cui bocche partono gli ugelli in bronzo per la fuoriuscita dell'acqua; nella parte superiore si alternano sulle quattro facce i motivi scultorei dello stemma di Fontecchio (lati nord e sud) e di un aquila con corona (lati est e ovest) che regge tra le zampe una ghirlanda di rose ed una modanatura conclusiva con motivi ad ovuli e dardi. La colonna è sormontata da una coppa circolare con motivo decorativo a foglie d'acanto, che termina con un'edicola gotica composta da sei archetti trilobati, su colonnine a base ottagonale, che sorreggono un'alta cuspide con terminazione a sfera. L’edicola votiva affrescata che sovrasta la prima vasca dell'abbeveratoio rappresenta la Madonna con Bambino in trono fra due angeli (nicchia centrale), Santa Caterina d'Alessandria e un santo Vescovo (nella strombatura) e una frammentaria Annunciazione e lo stemma di Fontecchio a più strati (sulle fasce esterne). L'abbeveratoio è composto da un sistema di 5 vasche collegate tra di loro e addossate contro il muro dell'edificio con paramento murario in opera quadra; una scanalatura sul bordo in pietra superiore garantisce il passaggio dell'acqua da una vasca all'altra.

Non c’è certezza nella datazione della fontana, che viene riferita al XIV o XV secolo da diversi autori, mentre sembrerebbe dovuto ad un intervento successivo (forse settecentesco) il fusto scolpito che sorregge la coppa. Ai piedi della scalinata, nella parte terminale della muratura, una lapide con lo stemma scolpito del Comune di Fontecchio - due leoni rampanti su di una fontana a calice – riporta un'iscrizione in latino datata 1755: EN FONTEM VIVUM SANAE DULCEDINIS UNDE FONTICULIS NOMEN STEM MA LEVAMEN HONOS ID. OCT CID. ID. CCLV (Trad. Ecco la fonte che scorre fresca di salutare dolcezza da cui (sono stati tratti) il nome, lo stemma, il conforto e l'onore di Fontecchio).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

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