al Concerto di Ligabue 2011
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Le settimane bianche
quest'anno sono state tre e i concerti che mi sono visto sono stati due.
Questo a cui ho assistito è stato del grande Liganue. Oltre settemila
persone, tutto
esaurito. Così il Palaonda è tornato ad ospitare Luciano Ligabue a 11
anni dalla sua precedente apparizione quassù. Un exploit prevedibile per
un rocker che, dopo la sbornia estiva degli stadi, torna nei palasport
(o palaghiaccio, da queste parti) per proporre il suo vastissimo
repertorio (20 anni di carriera discografica), sull'onda della recente
uscita del suo ultimo lavoro in studio, "Arrivederci, mostro!" Il palco
è un piccolo gioiello di tecnica e sobrietà, con una struttura in tubi
d'acciaio a sostenere un maxischermo, che con due enormi orologi
proiettati fa partire il conto alla rovescia: dieci secondi all'inizio
dello spettacolo. Allo scadere del countdown, non entra il Liga, e
neppure la banda: sul palco sale il factotum dell'entourage di Ligabue,
quel Claudio Maioli che ha creduto nel lavoro
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del rocker anche in tempi
meno felici di questo: in testa porta un cappello da cowboy, e nella bocca delle parole da
avanspettacolo (immaginario caro al Liga), che augurano a tutti, ma proprio a
tutti, un buon concerto. Si comincia con tre brani dell´ultimo CD: Quando
canterai la tua canzone, La linea sottile e Nel tempo. La banda, composta da sei
elementi più il frontman, è in forma: chitarre di fabbricazione e suono
statunitense ( e ci mancherebbe... ),
Fasi del
concerto
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un batterista preciso
e pulito, due addetti all´elettronica ed alle tastiere, e un
giovane bassista fenderiano, che suona con il plettro come da
copione per un concerto rock´n´roll di cui Luciano,
in Italia, è icona indiscussa. Sullo schermo si alternano
immagini catturate in presa diretta dal concerto, cortometraggi
(anche animati) e visioni del pubblico in delirio, sebbene il
Palaonda, purtroppo, rimandi indietro degli echi a cui siamo
abituati, nonostante l´egregio lavoro dei tecnici (ben sette fra
suoni, luci e multimedia).
Il pubblico,
eterogeneo, canta tutte le canzoni a memoria, e anche sulle
tribune la gente si alza per ballare. A volte, il rocker di
Correggio si incammina su una passerella che lo avvicina ancora
di più ai suoi fans (la prima volta, durante la celebre Certe
notti).
E poi ne porta uno
sul palco e la fa sedere in poltrona. Il concerto si chiude con
"Il meglio deve ancora a venire": potrebbe essere difficile
crederlo, visto il trionfo di ieri sera. Arrivederci, comunque,
Liga! |
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